Dopo una settimana che si parla di 25 aprile e dopo l'ennesimo riferimento del Presidente della Repubblica, credo che vada rivalutato il senso del giorno della liberazione. Mettendo da parte le polemiche e le discussioni su eventuali revisionismi, sulla guerra civile successiva e il ruolo dei partigiani e gli alleati. Incominciamo a guardare anche questa giornata, come una base dalla quale partire, come un momento di nascita della libertà in questo Paese, e per libertà intendo anche lo scampato pericolo che abbiamo corso di diventare un paese sotto il dominio sovietico dopo la fine della guerra. Partiamo da quel giorno per costruire un identità moderna, che sappia affrontare il futuro da paese unito. Oggi i pericoli sono diversi, gli scenari sono molteplici, la nostra storia e la nostra cultura si mischiano con il mondo globale...conoscere il nostro punto di partenza, vuol dire saper fare anche un analisi critica e proiettare la nostra italianità verso le sfide che questa società moderna ci richiama ad affrontare, quindi senza nascondersi dietro le sterili rivendicazioni di una parte rispetto a quello che un intero popolo che ha lottato, sopportato e si è ribellato, questo giorno è di tutti. Guardare al futuro vuol dire avere la responsabilità ed il coraggio di cambiare anche la Costituzione per rendere il nostro Paese una realtà moderna e che necessità di cambiamenti. Comunque sia, sentiamoci semplicemente più italiani, più liberi e più consapevoli di come sta cambiando il Mondo, guardando al domani.
venerdì 24 aprile 2009
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2 commenti:
Bello notare che del giorno della Liberazione tu abbia fatto cenno solo per indicare principalmente lo scampato pericolo comunista!! Effettivamente come avrebbe potuto progredire questo paese se avessimo bollito i bambini? Qual è il problema della Costituzione? Potresti elencare dove c'è carenza di competitività in un catalogo di diritti fondamentali?
Se rileggi attentamente tralasciando il fascino che le parole "dominio sovietico" provocano in te, noterai che non ho fatto cenno solo a quello, anzi. Non puoi pensare che si possa ricordare il 25 aprile per quello. Non volevo dire altro che che poi quello che ha detto Berlusconi il giorno dopo, questo giorno è di tutti ed è da una memoria condivisa e unitaria dell'origine di questa Repubblica che il Paese deve guardare avanti. E poi, sai bene che per modifiche della costituzione, non s'intende toccare i valori fondamentali o stravolgere l'anima dell'Italia. Una modifica nell'esercizio dei poteri, per adeguare il nostro Stato al mondo moderno se ne può discutere però. Dare più poteri a chi governa, vuol dire anche dare più responsabilità e più possibilità di valutarne l'operato. Comunque l'importante è guardare al futuro, cercare di capirne l'evoluzione e attrezzarsi ad affrontarlo, il 25 aprile è un valore dal quale partire, senza ideologismi, senza appropriazione di una parte sull'altra. Il mondo cambia e noi abbiamo la possibilità di affrontarlo per renderlo migliore.
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