ALTRI MONDI:Posto fisso.Calandra:"U'post fiss è u'post fiss"

mercoledì 29 luglio 2009

...giochi pericolosi

Almeno una volta l'anno, gli italiani si ritrovano davanti alla febbre da gioco, grazie al jackpot che continua a salire costantemente, tanto da far diventare un dettaglio anche qualche manciata di milioni di euro in più. Bisogna essere onesti, anch'io sto spendendo qualche decina d'euro ad ogni estrazione, non mi tiro indietro, anche perchè la somma è di quelle pericolose ma rassicuranti, cioè, una cifra del genere ti permette anche di concludere che anche un'incapace nelle gestioni patrimoniali o anche un pessimo amministratore di bilancio familiare, possa stare tranquillo con 110 milioni di euro, anche se dovesse sperperarli tutti e "sfrusciarseli" in cazzate, vorrà dire che comunque avrà fatto una gran bella vita lussuosa, a questo punto, ci prova chiunque. La febbre sale e tra le milioni di combinazioni e di giocate, succede anche che qualcuno fa 5+1 e il tabaccaio si dimenticata di giocare la schedina, roba da pazzi, per quello che dovrebbe essere "un gioco" (dove l'esagerazioni sono veramente un'elemento negativo) causa delle vere e proprie tragedie, basta immedesimarsi in uno che pensa di aver vinto un milione di euro e la mattina seguente l'amico dei tabacchi ti racconta l'incredibile. Sempre per parlare di febbre da gioco legalizzata, per la prima volta in Italia non è stato incassato il primo premio della lotteria Italia. La prima ipotesi che viene in mente, è più una battuta forse, ma immaginarsi il vincitore infartato nel momento della felicità, evoca più un simpaticissimo film di qualche anno fa, "svegliati ned", ma diventa improbabile che nessuno sia venuto in possesso del tagliando. Altra ipotesi e che 5 milioni di euro di premio sono nulla rispetto ai 110 del superenalotto, magari chi ha vinto si è detto:"domani lo faccio..." per poi dimeticarsene. Altra ipotesi, avvallata anche da Di Pietro, è che il biglietto sia stato comprato dal Cavaliere nel bar davanti a palazzo grazioli, e che l'avrebbe voluto incassare su un conto estero, ma tra un zoccola e un'altra se ne sia dimenticato... comunque, a prima vista si può continuare a dipengere una cornice da gioco, con tanta ironia e leggerezza, ma anche il mancato incasso del premio, molto probabilmente nasconde tragedie causate da esso, aver perso il biglietto, averlo lavato in lavatrice o averne subito il furto, a prima vista può sembrare una barzelletta, ma provate a non incassare 5 milioni di euro, sicuramente non si sta sereni e tranquilli. Ma siamo popolo di giocatori, forse un pò troppo e qualcuno è sempre pronto a mangiare sulle nostre debolezze, basta pensare al sempre più crescente numero di indebitati a causa di manie da gratto o da sestine vincenti.

lunedì 27 luglio 2009

...Sud


Sulla scia della discussione sulla "questione meridionale" che da qualche giorno è tornata di moda, qualcuno nella maggioranza sta pensando ad un partito del Sud, dimostrano come, l'individualismo ed il solito populismo troppo spesso anima le proposte politiche. E' un idea che a me non piace, ne come occasione di rilancio del meridione, ne come tutela d'interessi contro la localista Lega Nord. La lega ha avuto un percorso diverso ed unico, che è cresciuto sulle spalle del malcontento e che, come da troppo tempo avviene, è sempre più crescente. Ma aldilà delle mille proposte indecenti o le esternazioni dei coloratissimi leader leghisti, questa formazione si trova al potere da diversi anni, ottenendo qualcosa di buono, come innegabilmente il federalismo. Far nascere un partito del sud può solo far allontanare e ufficializzare una diaspora cronica che non è assolutamente necessaria. Sono anche convinto che solo con i grossi investimenti nel Mezzogiorno, non si arriverà ai risultati di cui abbiamo bisogno, siamo quasi oramai disgustati dagli interminabili proclami di soldi investiti a Sud. Parlare di questo vorrebbe dire parlare della storia d'Italia nell'ultimo secolo, cercando di capirne le dinamiche e cercando di capire i tratti essenziali. Forse, per arrivare a qualcosa di costruttivo, bisogna concentrare l'attenzione sul presente immaginando il futuro. I problemi sappiamo che sono molti, ma quasi tutti sono riconducibili ad una matrice culturale che impedisce di vedere la realtà delle cose, così come hanno attecchito le mafie, anche la corruzione, il potere politico e i mercati distorti sono entrati nel quotidiano delle notre vite da meridionali. Il nostro non sapere gurdare oltre il nostro giardino, ha tolto l'immaginazione e lo stimolo per guardare al domani con fiducia, la nostra stanchezza e la nostra rassegnazione, ha reso il quotidiano fine a se stesso. Ma se noi lavorassimo cercando di capire come cambi il mondo, avendo la capacità di intravedere le prossime opportunità, noi potremmo concentrare le azioni in maniera più significativa. Cioè: se economicamente siamo indietro in tecnologia, specializzazioni, ricerca e sviluppo, di almeno un decennio, è inutile perseguire le strade che altrove hanno perseguito anni fa, occorre agire guardando il domani, non imitando il passato di altre realtà che ti lascerebbero comunque sempre indietro. Allora la sfida sta in questo, cioè quanto si può rendere competitivo il sud nello scenario globale, proprio perchè il globle oggi ti da la possibilità, non solo di continuare a seguire una strada obbligata ma vecchia, ma proprio di costruirne una nostra, proiettata al futuro. Quindi, gli investimenti e le grandi opere sono necessarie ma sicuramente non sono la soluzione, occorre fare le scelte strategiche, quelle che ti possono mettere alla pari se non proprio all'avanguardia. Come ogni volta preferisco ricordare, dipende solo da noi, proprio perchè se il mondo va verso una logica di responsabilità, noi non ci possiamo sottrarre alla nostra.

venerdì 17 luglio 2009

...la valigia di cartone

Oh, guarda, sembra che dal sud, i giovani, se ne vadano al nord. Non è un fenomeno nuovo, ma questi ultimi dati rimarcano una situazione che nel risultato non è cambiata, ma è cambiata nella sostanza. Se la "valigia di cartone" rappresentava l'opportunità di chi, negl'anni del boom economico e dell'industrializzazione, decideva di lasciare il paesino per andare a occupare le fabbriche e i quartieri del nord, oggi la "valigia 24 ore" dovrebbe indicare il flusso di giovani laureati che vanno a giocarsela nelle grandi metropoli, nelle grandi società e nei quartieri dirigenziali. In realtà non è così semplice l'analisi, anche perchè non sono anni fiorenti per nessuno, figuriamoci per i laureati, tanti, troppi e poco selezionati a monte, che spesso ripiegano in un call center o in lavori che sembrano gavette, ma spesso sono fini a se stessi. Quindi, se il flusso continua ad essere così massiccio, vuol dire che la situazione è ancora più critica. Magari continueremo a dire che da noi manca il lavoro, dando la colpa a chiunque. Io credo che invece il lavoro c'è, anzi, in aree depresse ma che comunque restano inserite nel contesto economico nazionale ed europeo, il lavoro intellettuale è necessario. Il problema è che nessuno se ne accorge, proprio perchè non siamo abituati a progettare, ad avere ambizioni o obiettivi che vadano oltre la sopravvivenza quotidiana. Questo nostra mancanza di visione la si può notare a tutti i livelli, provocando un danno economico per tutta la società. Così, chi potrebbe guadagnare di più da una propria attività, si accontenterà e non riuscirà nemmeno a vedere le opportunità che lo circondano, pensando a vivere alla giornata, perchè i sogni o un lavoro più articolato fa paura, perchè non ci si pone nemmeno il problema di rivolgersi ad un consulente....con il risultato di non avere figure professionali, convincendoci che da noi non si possono avere. Chiaramente, l'espressione del popolo si rispecchia nella scelta dei governanti, che aldilà degli aspetti politici, nessuno mi sembra abbia quella visione proiettata al futuro che automaticamente dovrebbe influenzare tutta l'economia locale. Tirare a campare, conservare la poltrona o mantenere un piccolo guadagno, non dare responsabilità ai collaboratori o ai colleghi, insomma tutti freni allo sviluppo che tra le conseguenza ha proprio il continuo dell'emigrazione. Io sono convinto, proprio perchè ho fatto il percorso inverso, che da noi è tutto da costruire, che siano necessarie azioni che mirino a costruire eccellenze e stimoli per il miglioramento, tornare a guardare lontano, essere consapevoli che da soli non si va oltre il proprio cancello. Se le azioni, di governo e non, si rivolgeranno a questo e se (come sempre) noi, decidessimo che siamo ancora in gioco, tutto migliorerebbe e a quel punto la valigia di cartone la possiamo mettere nello sgabuzzino, magari riempiendola di ricordi.

martedì 14 luglio 2009

...notizie viola


Tra poco più di un mese inierà la nuova stagione della Fiorentina, che si sta godendo il meritato riposo ed il meritato ritiro nelle Notti di Cabiria e nei "Casalini". Nelle intenzioni degli organizzatori, sarà previsto il campionato, la champions league, la coppa italia e la Coppa primavera per chi non entrerà in zona champions. Per le novità bisognerà aspettare, anche se il presidente Calandra, oltre a confermare tutti, da per sicuri Pinca e Fornaro al rientro, anche se servirebbe una punta vera. Bisognerà aspettare anche le novità sulle rivali, cosa farà Manolio, come andrà la squadra che sta mettendo in piedi il nostro ex Ds Rocco Terranova, insomma le curiosità non mancano. Attesa anche per le divise nuove e gli sponsor, mentre il 1 Agosto verrà presentato il nuovo logo della squadra. Ma per chi dovesse pensare che i Viola si stiano rilassando troppo, basterebbe fare un giro a mare di sera, per ammirare qualche transumanza di qualche difensore, mentre basta girare per i locali la sera per notare Mr.Zampa dare già indicazioni facendo vedere gli schemi attraverso boccali di birra. Di Talpone non si hanno notizie sui campi da gioco, l'ombra della pubalgia lo ha reso una talpetta. Domani amichevole che sa già di rivalità contro il sopracitato Rocco Terranova.....piano piano, stiamo tornando.

sabato 11 luglio 2009

...italians

Certo che diventa difficile criticare la politca del Governo dopo il G8 de L'Aquila, diventa difficile perchè i risultati sono stati ottimi. Questa è la dimostrazione di come, facendo ritornare il dibattito su temi politici abbandonando la logica del fango addosso, il nostro Paese esce da protagonista nello scenario globale e questo non solo per la perfetta logistica e la scelta giusta sul cambio della sede, ma proprio sui contenuti. Se si pensa che il cambiamento delle regole nell'economia globale post crisi, parte dalle linee di principio di Tremonti, se si pensa che le azioni intraprese dall'Italia contro la crisi stessa sono state imitate dalla maggioranza degl'atri paesi, se si pensa all'allargamento dei vertici mondiali anche ai paesi emergenti, se si pensa ai (anche se modesti) passi in avanti sui tanto discussi temi ambientali, se si pensa, infine, al ruolo cruciale da tessitore che il nostro governo compie nel difficile panorama diplomatico (vedi Russia nella Nato, vedi i colloqui di Gheddafi con Obama, ecc...), se si pensa a tutto questo, la bella figura non la fa il premier, ma l'Italia. In effetti questa è una grave lacuna di questo Paese, quella di non capire la necessità di essere uniti e forti all'esterno, come Paese, in un mondo nuovo da costruire, nell'Unione Europea dei pesi nazionali, nel mondo globale che annulla le distanze, c'è l'obbligo di essere forti se si vuole affrontare il futuro da protagonisti. Cercare di coinvolgere i paesi esteri e i loro giornali pronti con lo stereotipo del mafioso o spaghetti e mandolino, nel basso livello della nostra politica, portando il confronto sullo scontro personale, negando la dialettica nel merito della politica, allora si è autolesionisti e quindi un danno. Se poi lo si fa come Di Pietro, cercando aiuto nella comunità internazionale per l'avvento della dittatura in Italia, allora si è fuori luogo, fuori tempo e quasi comico nonché dannoso a tutti. I fatti però, dicono che l'Italia stà svolgendo un ruolo importante nello scenario internazionale in un periodo così difficile, bene o male sarebbe il discorso da fare, intanto però, questo protagonismo può essere motivo d'orgoglio per questo Paese.

lunedì 6 luglio 2009

...è dura qui fuori.


C'è qualcosa di molto triste nell'aria di questa settimana, piena di lutti e momenti di dolore che si susseguiranno o ritorneranno, dolori diversi che hanno preso forme diverse, ma in fondo tutte così tristi come le storie che portano dietro. Innanzitutto i funerali di Viareggio, con le bare in fila, ancora bianche e ancora peluche su di esse, morti così violente e cosi inaspettate da sentirsi il nulla, dolore vero, come sentirsi colpiti direttamente, con tutte le storie che il fuoco ha polverizzato, volti normali di gente comune. In questa settimana ci sono anche i funerali di Jackson, nella nuova categoria di Funeral Event, con i bagarini e prodotti di merchandising. La storia che porta dietro è di quelle tristi, di chi nella sua fragilità non ha saputo gestire il successo, non ha retto i ritmi alti, le pressioni e le botte prese come tutti quando sono al vertice, pedofilia o meno, l'aver cambiato il colore della pelle rappresenta la devianza della cultura dell'"Io", alla fine, le parole giuste l'ha dette Obama: "storia triste". Il suo funerale diventa uno degli eventi più importanti, ma ormai sarà sempre così, lo spettacolo anche all'estremo saluto. Essendo del settore, non posso criticare il progresso. Questa settimana è difficile e casualmente molto simbolica, perchè se a 2 giorni dal G8, a L'Aquila la terra ha ripreso a tremare, è come se volesse ricordare a tutti, capi per primi, che la vita è dura li fuori, che la crisi starovinando la vita a molti, che occorre il senso della responsabilità.....e a noi servirà a farci ritornare in mente altro dolore, altri funerali, altre bare in fila, altra gente normale che non c'è più per un qualcosa più grosso di noi. Ma passa solo la sensazione di dolore, ora che occorrerebbe speranza, insieme alla terra d'abruzzo, sembra che tremi tutto, teniamoci stretti.

mercoledì 1 luglio 2009

...giocare sul caso, vincere dolore

Si rimane a bocca aperta leggendo ed immaginando quello che è successo nella notte di Viareggio, ancora tante storie umili e normali, spazzate via in un momento, per un caso o per una scelta frettolosa fatta alla cieca. Dell'inferno della stazione, non si possono immaginare le lingue di fuoco che hanno accesso tutto, di corpi come torce, sagome rimaste come disegni sulla strada, di asfalto che bolliva....non si può immaginare il triste caso di una giovane coppia che passa in motorino, di due sorelle che sono morte ad un'anno esatto dalla madre, di cuccioli che non ci sono più, morti nella maniera più brutta, non si possono immaginare quei momenti dove ci si ritrova nell'inferno e non sai cosa sta succedendo... Quando succedono queste tragedie esiste una componente determinante di fato o di coincidenze che decidono il miracolato o lo sfortunato e poi esistono le responsabilità. Forse questa volta i responsabili si possono individuare, forse ne pagheranno le conseguenze e come purtroppo spesso succede, ora si pensa alle nuove regole per il trasporto di certi materiali, così come dopo l'abruzzo, nasce l'esigenza delle costruzioni antisismiche. Di eventi del genere ne sono successi anche di recente, ma senza danni così distruttivi, perchè sempre il solito caso non ha fatto trovare un paletto che infilzava una cisterna, ma un bullone che si spezza non si può tollerare, sopratutto ora che si prova a dare un senso a quelle vite andate in fumo. Credo che serva solo più serietà nelle cose, servono i controlli più severi e qualcuno che se ne frega di quello che fa, perchè nei mercati diventati liberi come quello del trasporto su binari di merci o altri esempi non privi di situazioni vergognose e che passano in secondo piano solo perchè mancano di spettacolarità, non si possono accettare quelli che imbrogliano, non si può accettare di giocare con la vita umana e tantomeno far decidere al destino. Buon senso e responsabilità, vedremo se si andrà fino in fondo, almeno fino al prossimo bagliore o al prossimo tremore, pronti con i nostri telefoni a sfidare il pericolo per giocare a fare i reporter, per avere un documento o un ricordo, inquadrare il fumo che è pieno di morte, di persone e di bambini e metterli in rete, non sò......ma ricordiamoci di chi lavora male, anzi, malissimo.