Fermiamoci un'attimo, riflettiamo anche solo per qualche minuto sullo stato delle cose. Ognuno in base alla propria vita ed esperienze, arriva a delle conclusioni con delle certezze, molti dubbi e le conseguenti paure del futuro. Non è facile il mondo che viviamo, ancora meno facile è il luogo e mentre il mondo cambia, noi stiamo qui ad inseguire quello che altrove hanno già raggiunto anche dieci anni fa. Non voglio stare qui a fare la solita retorica che altrove si sta bene e qui no, non è questo il punto e non è nemmeno vero che altrove sono più intelligenti di noi, il punto sta che "altrove" è più vicino, cioè è la nostra visione che non va bene e la mancanza della consapevolezza di trovarsi in un mondo che non è più lo stesso nemmeno rispetto al giorno prima. Da questo tratto essenziale si hanno mille aspetti...politici, imprenditoriali e di servizi, dove la mancanza di crescita causa la mancanza generale di benessere rendendoci sempre di più cittadini infelici, insoddisfatti e rassegnati quasi ad accettare lo stato delle cose prendendole per buone o per regole. Così ci troviamo i mercati distorti, dove raramente il migliore è il leader, dove la fiducia commerciale si deve per forza mischiare con il rispetto personale, dove il parlar male del concorrente è la strategia commerciale preferita e purtroppo anche vincente. Molto da noi si basa sui personalismi, creando mostri, convinti di essere perfetti e dove putroppo questo loro egoismo quando si trovano in posizioni cruciali (politiche o imprenditoriali), rappresenta l'ostacolo maggiore alla crescita, perchè l'autocritica è una parola sconosciuta. Quindi da noi non esiste meritocrazia (non che "altrove" sia abbondante) ma quando ci si trova in un area che possiamo definire "depressa", che ha urgentemente bisogno di cambiamenti, allora la mancanza di meritocrazia rappresenta un elemento imprenscindibile, non confondendolo con l'utopia di eliminare raccomandazioni o affini, ci accontentiamo di avere gente competente al proprio posto. In tutto questo, esistono le eccellenze, esistono le belle realtà, di aziende dinamiche, proiettate nel futuro, ma che loro malgrado sono immerse nella melma di un sistema che inghiottisce e ti paralizza, insomma chi potrebbe riuscire magari non riesce e chi invece ce la fa sicuramente dovrà metterci il doppio dello sforzo. In poche parole in questa città i furbi vengono premiati e rispettati per una spicciola forma di potere, mentre molto spesso chi porta avanti la buona fede o un qualcosa di nuovo, prende le sembianze del pollo da spennare o, nelle peggiori delle ipotesi, viene considerato "scemo". So benissimo che è una conclusione troppo generalizzata, ma credo che molti dei nostri problemi si manifistino in queste forme. Detto questo, occorre agire, ed occorre farlo adesso, non perdere più tempo. Se ognuno di noi avesse la consapevolezza che le decisioni prese in questi anni, le scelte fatte in sede politica, segnano e disegnano il nostro mondo futuro e viene fatto nella nostra più completa esclusione e in fondo menefreghismo, la necessità di agire è fondamentale. Lo dobbiamo fare nel nostro piccolo, lavoro, famiglia e vita sociale. Bisogna avere la capacità di proporre una generazione nuova, con una visione nuova, con delle idee nuove, dobbiamo riuscire a far capire la necessità, alla classe dirigente attuale, di avere un seguito nel tempo e nella storia della nostra città. Andare oltre i personalismi, andare oltre le ambizioni personali, costruire un progetto che sappia vedere lontano e sappia capire come cambiano gli scenari, che sappia dare valore al bene comune. Tutto questo lo si può fare anche se guardandosi attorno non si vede uno spiraglio, anche se è tutto da costruire. I cambiamenti non devono essere per forza traumatici, anzi, devono essere graduali ma al tempo stesso devono essere anche visibili. deve prendere quelle eccellenze che sono smarrite e perse in un desolante ambiente piatto, dove le menti sfumano e spesso si perdono. Costruiamo da oggi il nostro futuro, andiamo più a fondo, prendiamo più coraggio e facciamoci vedere, se non lo facciamo noi, protagonisti del prossimo futuro, lo continueremo a far fare ad altri che saranno il continuo ed il frutto di questa situazione, per poi ritrovarci di fronte all'ennesima occasione persa e lo stesso rancore che ci accompagna da troppo tempo. Avanti, veniamo fuori.
martedì 23 giugno 2009
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1 commento:
imparato molto
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