E' sconcertante quello che sta rivelando un pentito calabrese sull'abbissamento di alcune navi cariche di rifiuti tossici nei nosti mari. Uno di quei lavori sporchi che sicuramente la nostra malavita ha offerto come servizio sopratutto negl'anni 80. Secondo questo pentito, lui personalmente ha partecipato all'abbissamento di tre navi, una in Calabria, una a largo di Maratea e una a largo di Metaponto. E pensavo che se questa storia delle navi è vera, non è soltanto che un'altro caso di inquinamento ambientale come tanti altri e che in altre forme sono molto presenti sul nostro territorio. Quanti bidoni con sostanze tossiche sono stati trovati nei capannoni, sottoterra, nelle masserie in questi anni...vi assicuro che sono numerosi e che spesso sono finiti nel silenzio, non capendo mai qualcosa in più come la provenienza, o il sistema che ha permesso in tutti questi anni il business dei rifiuti pericolosi. La sensazione è quella di un sud, e Basilicata in particolare, utilizzata e considerata a spazzatura, con un popolo ignorante facilmente comprabile e difficilmente ascoltato. Un sistema c'è per forza, un organizzazione che ha permesso almeno l'incontro tra domanda e offerta, tra chi ha dato il terreno e chi ha portato i rifiuti, ma di questo non si sa niente. Il nostro territorio è profondamente inquinato, nonostante non lo si voglia ammettere e nonostante il nostro continuare a credere che da noi, è tutto genuino, all'Enea ci sono i rifiuti, l'amianto è ovunque, e da noi, si muore. Forse sarebbe necessario parlarne di più, magari ancora prima di iniziare ad avere paura dello spettro di una centrale nucleare, ecco forse prima bisognerebbe guardare bene lo stato attuale del nostro territorio e iniziare ad affrontare certi temi, pretendendo un pò di più.
martedì 15 settembre 2009
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