A quattro anni esatti dalla sua scomparsa, ancora oggi la storia si Marco il Pirata mi entra dentro con tutta la tristezza che le vita sfortunata di Pantani ha raccontato....un ragazzo fragile che ha dovuto lottare per ogni cosa,....il ciclismo porta sacrificio, uno sport a cui bisogna dedicare una vita, ....tu solo sui pedali e con una salita da dominare, lo sforzo fisico e psicologico hanno reso questo sport, una terra fertile per eroi nazionali e leggende....Tanti sacrifici per poi sentirsi Dio quando capisci di essere il più forte....ma questo ancora non ti basta. Una carriera difficile quella di Marco, dove si fece ammirare nel 1994, con qualche capello ancora in testa vincendo due tappe al Giro...ed io m'innomorai di questo sport, guardando quella faccia da bravo ragazzo romagnolo che aveva una grazia infuocando le tappe di montagna...che spettacolo era....con il tempo ho capito che non era il ciclismo a piacermi, ma lui....un nuovo eroe...poi la sfortuna iniziò a stargli accanto, cadute, gatti neri e auto contromano....quante mazzate ogni volta che si rialzava....fino a che, il destino, anche per poco magari, decide di premiare la tua tenacia e la tua vita....il 1998, Giro e Tour come da decenni non riusciva un italiano....diventa mito., ma, come in tutte le storie tristi di vite spezzate, inizia il suo declino....nel 1999 tutto sembra alle spalle, finalmente ha quel che merita ma che in verità è un castello di sabbia...e la squalifica a Madonna di Campiglio ad un passo dal secondo giro, gli sembra la botta di vento che gli fa cadere tutto....drogato, innocente, imbroglione, complotto....non lo so, ho comunque la certezza che da quel momento in poi, il ciclismo è stato un campo di battaglia, dove tutti sono stati delegittimati...è uno sport morto.......fatto sta che Marco non si riprenderà più, ci proverà...ma non ce la farà...la sua debolezza, la sua solitudine, la stampa contro.....si sentiva solo Pantani e lo era.....tutto questo vince e lo spinge nella via del non ritorno...solo come tanti, dopo aver creduto di avere il mondo sotto i piedi....finisce nella maniera più triste, in una stanza di un residence di Rimini...piena di segni di una testa che non regge più....forse avrebbe voluto aiuto Marco nei lunghissimi momenti di follia di quella sera.....ma era ancora solo....Grazie lo stesso Pirata.
lunedì 11 febbraio 2008
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3 commenti:
grande pirata
...quelle pedalate poderose, degne di un miglior diesel, quelle salite tutte in piedi, quasi a volerle fare di corsa sui quei pedali duri, fermi contro una pendenza assurda...eppure una, due, tre, quattro volte...gli avversari che cedevano, di schianto, il pirata che volava...ogni volta che rilanciava la cadenza, a ogni curva, a ogni tornante, era l'italia sportiva che si alzava e spingeva quei pedali una, due, tre, quattro volte...su, verso l'azzurro, le nuvole, il cielo..senza mai alzare lo sguardo, ma sfidando la monmtagna metro dopo metro...
..portava un diavolo tatuato sul braccio, Marco...simbolo di una passione infinita, ma simbolo anche di quel che gli avversari vedevano:un diavolo..potente, agile, invincibile...
..insomma il più forte...
..e come tutti i più forti ha seguito lo stesso destino..onorato venerato e osannato finchè era sugli allori, abbandonato, criticato e giudicato quando le cose giravano meno bene...
...ma l'anima di Marco non era forte...era capace, da solo, di sfidare vette epiche come il mont Ventaux, ma non era in grado, in solitudine, di scalare la montagna della vita...
...così ha girato la bicicletta e ha continuato a pedalare...su, su, sempre più su...
..chissà che sfide con Coppi e Bartali....
ciao tinto, ma quante bombe ti fumi prima di scrivere queste belle frasi poetiche?...scherzi a parte, belle davvero!
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