venerdì 8 gennaio 2010
...e allora diamocele.
Gravissimo quello che è successo a Rosarno, anche se avrei immaginato una cosa del genere magari in altre città o periferie di metropoli, però quello che sta succedendo in queste ore, non è solo lo scontro tra immigrati clandestini e italiani, perchè qui il valore sociale è ben più profondo. Non è facile l'integrazione e questo si sa, anche se alla fine in Italia l'integrazione, seppur lenta, sta avvendo senza quei grandi traumi incontrati invece da altri paesi. Se invece lo scontro lo spostiamo in una città del profondo sud, con una forte presenza mafiosa, con una disoccupazione da record, ecco che la già difficoltosa convivenza sociale tra italiani, non può che andar peggio a chi è il più debole. Ammettiamo che non è facile vivere al Sud, ma non per la nostra perenne convinzione di essere inferiori, ma è innegabile che da noi si affrontato difficoltà che altrove sono superate. La scarsa competenza generale di chi si trova a governare o svolgere ruoli chiave rappresenta un freno per tutto il Sud, così come la poca attitudine per le scelte strategiche e a lungo termine, da noi ci si accontenta. E poi, parliamoci chiaro, da noi si rischia d'impazzire, sopratutto quando ci si scontra con tante situazioni quasi irrazionali frutto dell'ignoranza e presunzione di chi oggi, al sud, si sente potente. Molti sono abituati a considerare inferiore chi non è nella stessa linea d'onda, così, se fai il buono sei "u'fiss" se reagisci sei "u'pacc", ma il confronto mai, o sei uno buono perchè pensi ai cazzi tuoi o sei un cretino, fallito, stupido...ecc..ecc..ecc.. immagino una realtà del genere come possa comportarsi con i neri, che vengono usati come oggetti, sfruttati e non riconosciuti come uomini. Unico problema, in calabria si spara, e non credo che manchino i personaggi che abbiano il coraggio di farlo. Non sono diventato di Rifondazione, ma è innegabile che chi ha protestato a Rosarno viva una situazione da disperato, da chi non ha nulla da perdere e risponde con la prepotenza alla prepotenza. Non è una questione solo di razzismo o di immigrazione clandestina, come purtroppo ha detto Maroni, ma è sopratutto una questione sociale, dove tanti altri poveri, magari anche italiani, restano in silenzio, con le mani legate cercando magari solo un pò di dignità. La violenza non si giustifica, la mancanza di rispetto neppure.
lunedì 14 dicembre 2009
...a volte i sogni si realizzano.
Prima o poi doveva succedere che qualcuno, pazzo o cattivo che sia, dovesse armare il braccio e scagliare il suo odio contro colui che odiano tutti, causa del male di questo paese. Prima o poi qualcuno doveva compiere questo gesto, doveva cedere a quel pensiero costante che i mali quotidiani costringono a trattenere; rabbia, repressione e odio in una mente o in dieci menti, singole o organizzate. Menti fragili o ossessive, che giorno dopo giorno lottano e soffrono, e se la società li soffoca, al tempo stesso li sfoga, trovando un nemico comune, che ti fa sentire accettato dagl'altri. I fatti di Piazza Duomo sono di una gravità che non è possibile trascurare, che non è possibile nascondere dietro ad una risata o dietro un "gli sta bene", ma il popolo è questo, abituato a non capire le responsabilità di un gesto o di una parola, come iscriversi ad un gruppo di Facebook che inneggia ad una malato mentale, lo si fa con leggerezza un pò per sfogare quell'odio che si prova verso Berlusconi, ed un pò per sfogare quella rabbia generale frutto delle insoddisfazioni che questa vita ci da. Alla base di questo ci sono le enormi responsabilità di chi, non capendo il ruolo che ha, non si rende conto che il peso delle sue parole legittimano l'azione di chi psicologicamente può essere più debole, così se Di Pietro parla di una Piazza che può diventare violenta e che, da ignorante qual'è, commenta un'atto di violenza contro il capo del governo con una dichiarazione da stato dittatoriale, è un fatto di una gravità pesantissima. Non so dove si trovasse il Signor Tonino negl'anni dove la violenza politica era un male in Italia, non so se si rende conto di come i "cattivi Maestri" dell'epoca, rappresentarono la legittimazione indiretta ad una guerra armata (la stessa responsabilità che per me ha avuto Cofferati nel clima che c'era in Italia nei giorni dell'omicidio Biagi). Io credo che a questo punto, questo idiota molisano, rappresenti un pericolo per tutti e sicuramente sta dimostrando le sue pessime e imbarazzanti capacità politiche e se poi penso che quest'uomo ha creato Tangentopoli e ha "demolito" la prima repubblica (guarda un pò il suo amico di partito De Magistris ha fatto una carriera molto simile a spesa di cittadini che hanno perso il posto di lavoro) allora credo che una seria riflessione su la storia d'Italia degl'ultimi 17 anni, andrebbe fatta. A volte basta anche guardarsi intorno in una libreria per capire le stranezze del nostro paese, basterebbe leggere solo alcuni titoli per capire che l'antiberlusconismo ha dato un sacco di lavoro ad intellettuali altrimenti smarriti o giornalisti che non avrebbero fatto carriera come Travaglio, o anche pessimi comici che nel nome della resistenza, sono diventati simboli della peggiore italia, quella della irresponsabilità collettiva che del '68 ha preso solo i diritti dimenticando i doveri, come la Guzzanti 0 come Luttazzi, o anche tantissimi gruppi musicali o registi illuminati che senza Berlusconi non sarebbero stati capiti.
Il problema è grande, almeno quanto la tristezza nel vedere quelle immagini, che aldilà del Cavaliere, sono una vergogna per qualsiasi società che voglia definirsi civile, perchè un volto pieno di sangue non può generare una risata o un desiderio esaudito, e spero che non generi un nuovo mito, perchè ci manca solo uno come Tartaglia in tv per convincerci definitivamente che siamo una società da buttare. Ma va tutto bene, continuiamo a farci una risata e sentirci accettati perchè odiamo Silvio tanto da vantarcene nei social network, tanto, in fondo, non ce ne frega niente..........vero? Buona giornata.
giovedì 3 dicembre 2009
Concorso: che cazz me ne futt ?
E' quasi un mese che non scrivo un post, e diciamo che questo è dovuto ad una serie di fattori, primo tra tutti è la mancanza di tempo per il lavoro e quel poco libero lo spendo per la maglia viola. Cmq, aldilà di quello che è successo in questo mese, spesso mi sono ritrovato a chiedermi cosa potessi fare con questo blog, fino a quando ho deciso di provare a dare un mio piccolo e modesto contributo allo sviluppo civico di Policoro, attraverso un collezione di foto amatoriali su come i nostri cari concittadini parcheggiano, ed ecco che può essere utile notare queste opere di genio che si vedono a tutti gli angoli della nostra città, che magari potranno accerscere la consapevolezza di cosa intendiamo per strada pubblica. Sarebbe bello essere un pò più attenti a notare queste cose, provando almeno un pò di ritegno. La prima foto è stata realizzata da me ed è stata fatta in un'incrocio privilegiato, dove ogni giorno, ad ogni ora, si possono ammirare delle vere e proprie coreografie. Ma se qualcuno volesse mandarmi qualcosa, lo faccia pure, ricordandosi però di cncellare tutte le targhe o i volti che si vedono.....
Avete presente l'incrocio di Via Agrigento dove c'è il tabacchino e il forno? bene, a quello stop, questa Punto ha parcheggiato, chiuso la macchina.... e che cazz me ne futt!!!
lunedì 9 novembre 2009
....il muro
Chissà se nelle scuole raccontano quello che successe 20 anni fa, chissà come lo raccontano, chissà se la consapevolezza di quel giorno che segnò il cambio di un'era, diventerà un pò più diffusa. Quando a Berlino c'era il muro, il mondo era molto diverso, la parola libertà aveva un significato che molti europei ancora non conoscevano. Nato in una notte per evitare che i berlinesi continuassero a fuggire verso la Berlino libera, verso il mondo libero, per quasi 30 anni, il Muro rappresentò la vergogna simbolo dei regimi comunisti. Come era diverso il mondo e come, anche la nostra generazione, non ha mai capito perfettamente il significato. La fine della guerra fredda, il crollo di un modello (quello comunista) sgretolato su se stesso ed un Muro crollato sotto la forza del popolo. La storia dice che nella primavera dell'89, sotto la perestrojca di Gorbaciov e sotto una sempre più pressione popolare, i primi regimi del bocco sovietico come l'ungheria e la Bulgaria, aprirono le frontiere cambiando di fatto l'era della Guerra fredda, non era difficile immaginare quello che successe poi il 9 novembre a Berlino, ma di quella sera, la cosa più bella forse è stata l'inaspettatezza, quando da una conferenza stampa di un funzionario tedesco, venne fuori una direttiva che invece doveva arrivare per gradi. Un errore che ha visto immediatamente in strada Berlino, pronta a riabbracciare i parenti, pronti ad abbettere quel muro fatto di vergogna. Ecco, il messaggio che dovrebbe passare, è negli occhi di quella gente che solo vent'anni fa, conobbe la parola libertà, è nei volti e nelle lacrime di quei fratelli europei che oggi rivediamo nelle foto di quella notte non molto lontana. Ed è emozionante provare a capire le sensazioni di quella gente, guardandone le immagini oggi, con le piche sul muro, con una bottiglia in mano, con le lacrime agl'occhi o un bambino in braccio..... è una notte di vent'anni che forse avrebbe dovuto aiutare ad unificare meglio anche l'Europa, ma come dicevo all'inizio, noi europei e noi generazione libera, non ne abbiamo capito appieno il significato e quindi non ne abbiamo sfruttato l'onda anche emotiva e la voglia di stare insieme. Ma questo oggi non conta, oggi basta rivedere quelle immagini e provare a viverlo, forse lo capiremmo meglio...forse anche solo sentendo un fischiettio in una canzone......
mercoledì 4 novembre 2009
che croce!
Ci risiamo, l'ennesima occasione dove l'Europa appare lontana, sia geograficamente che come soluzione di veri problemi.
Del crocifisso possiamo parlare per ore, per il suo valore di pace, per il suo valore nella storia del nostro paese e per il valore che esso esprime in se.
Ma non si può venire a dire che il Crocifisso offende chi crede in altre religioni, perchè altrimenti dovremmo toglierli da ovunque, facciate, chiese e dai miei manifesti.
Non mi piace che a distanza di anni passi l'idea del "cadaverino nudo appeso al muro" definito da Smith, leader dei Mussulmani d'Italia, perchè se è così, allora dovrebbero offendere pure le bambine con il burqa in classe.
Con questa finta mossa di libertà, non si ha il rispetto della nostra storia e del nostro costume, che forse ci potrebbe anche stare in un Europa laica, ma che deve al tempo stesso riconoscere una sua origine, o meglio, ne accetto le regole se è chiaro il suo fine ed il suo credo, cioè se sappiamo cosa siamo, Quale Europa stiamo costruendo? chi è chi la sta costruendo?. Invece, continuiamo ad assistere al nostro annientamento, convinti che stiamo creando un mondo giusto e libero, ma che invece sembra sempre più vuoto, con il dio "individuale" della propia persona come unica fede, oltre, intorno...non conta. Vediamoli quali sono questi valori europei, oppure possiamo limitarci ad osservare il comportamento della nostra società? Non conta cosa dici, conta cosa scrivi o come ti comporti su Facebook. Non conta cosa hai fatto o chi sei, l'importante è apparire, come Mesina sull'Isola, o come chi, perchè indagato, diventa celebrità...come il Sig.Corona.... forse sono andato fuori traccia, ma io questa Europa non la vedo e di questi Europei continuo a non vederne l'anima.
mercoledì 28 ottobre 2009
...ritornano, ritornano
E' chiaro che mi dovrei fare gli affari miei, ma se avessi avuto il dono di andare a votare le primarie del Pd, credo che avrei scelto Franceschini. Non ho seguito benissimo le diverse mozioni, ma il nuovo segretario a me non piace per niente, un pò con quella presunzione di avere la soluzione in tasca e di poter deridere le soluzioni degl'altri. Ma questo sarebbe un giudizio un pò troppo superficiale. E allora se penso a Bersani, mi viene in mente il Filosofo delle "liberalizzazioni" che nella pratica non erano tali e che potremmo ora definire "coopliberalizzazioni". Bersani è un politico di professione, espressione di quel potere emiliano che ormai da anni domina la scena democratica italiana, governatore dell'emilia romagna negl'anni 90, e chiaramente espressione di quel modello....oddio anche questo è un giudizio superficiale, ma forse fondamentale. Chissà se rivedremo di nuovo in forza il nostro Romanone o il nostro Vincenzino, sicuramente, se un domani dovesse diventare Presidente del Consiglio, forse i parrucchieri saranno aperti anche di domenica....eh eh, dai scherzavo, in fondo, cosa vuoi di più, la Coop sei tu.
domenica 25 ottobre 2009
...la terza camera.
Via Gradoli a Roma non mi è nuova, infatti è la stessa via dove si trovava un covo delle BR durante i drammatici giorni del sequestro Moro, e "Gradoli" è la stessa parola che venne fuori in quei giorni, in una seduta spiritica a casa di Alberto Clò a Bologna, con i Fratelli Prodi protagonisti, tanto da riferirlo agli inquirenti, che invece di cercare Via Gradoli a Roma, andarono a Gradoli, un comune in provincia di Viterbo. Altre pagine di storia, anche inquietante visto la "seduta spiritica" del futuro fondatore dell'Ulivo e la credibilità di quanto detto. A trent'anni di distanza, nello stesso palazzo, avviene qualcos'altro, un vizio, un tremenda debolezza, un ricatto fatto da chi invece dovrebbe difendere. Sembra una storia brasiliana, fatta di trans e polizia corrotta, invece siamo nel nostro paese che sempre di più assomiglia ad un grande reality. Vita privata e vita pubblica ancora a braccetto, con l'aggravante dell'utilizzo politico.
Io prendo le difese di Marrazzo perchè della sua vita privata sinceramente non me ne frega,
o meglio posso rimanere deluso da una persona che vedevo comunque di buon occhio, di chi ha fatto l'ascesa politica basata sulla sua immagine di "giusto" e "irremovibile" difensore dei diritti ai tempi di "Mi manda Raitre", invece di lui mi dovrebbe interessare il suo operato amministrativo. Ma perchè allora la vita privata ormai è l'unico mezzo con il quale si fa politica? perchè l'avversario dev'essere affrontato sul piano personale piuttosto che sul piano politico? Perchè per distruggere l'uomo politico bisogna distruggere l'uomo? E' un'aspetto che ci riguarda sempre di più, che va oltre Berlusconi e che, ormai da troppo tempo, sta modificando la dialettica politica. No, a me non piace il pettegolezzo, le montature, la presunzione di parlare di cose serie in palcoscenici non adatti, non mi piace questo ulteriore passo indietro che fa la politica. E' molto triste la storia di Marrazzo, che esce completamente distrutto nei suoi affetti più cari. E' molto triste la storia dei Carabinieri corrotti che fanno venire il dubbio che non sia un caso raro. E' triste che questa storia sia esplosa con una tempistica difficilmente casuale, degna delle migliori operazioni anti-berlusconi (magari non vedremo il trans giovedi da Santoro) e che fanno pensare che la battaglia sia ormai su questo piano. E' triste vedere questo spettacolo dove ci perdiamo tutti.
Ah, dimenticavo che oggi comunque è una giornata di democrazia....buon voto.
venerdì 23 ottobre 2009
...bello scherzo.
Ecco una spettacolare iniziativa pubblicitaria della Heineken. Veramente geniale, anche se semplice nella sua idea. Mille milanisti sono stati costretti dalle proprie mogli o dai propri capi, ad andare a vedere un concerto di musica classica mercoledi 21, la sera di Real-Milan. Bellissimo, anche perchè adesso usano i nostri cugini come cavie per test sociologici o testimonial negli spot, ma aldilà di questo rimane una bellissima azione di marketing.
martedì 20 ottobre 2009
...posto fisso
Il caro e vecchio posto fisso, rivalutato da Tremonti ieri e definito come valore non è mai andato via dalla testa di noi italiani. Ed è condivisibile il fatto che oggi rappresenta ancora l'unico pilastro sul quale costruire la propria vita. Però bisogna fare alcune considerazioni, innanzitutto che la spasmodica ricerca del posto fisso come punto d'arrivo, ha creato nel tempo anche una realtà statica, poco motivata e quindi poco produttiva, ricca di difetti e non meritocratica. Poi bisogna dire che quella che oggi viene messa sotto accusa, cioè la flessibilità, non era evitabile ed anzi la mancata realizzazione in maniera organica, ha causato tantissimi problemi alla mia generazione, come il precariato. Nello scenario globale sono cambiate molte cose, e molti aspetti però non sono stati in grado di reggerne il passo, come il mercato del lavoro. La necessità del lavoro flessibile doveva essere accompagnata da un cambiamento totale, invece la flessibilità riguarda solo i nuovi ingressi, quelli che si trovano fuori dall'Università e che scoprono di essere in tanti, di essere oggetto di un mondo che invece è rimasto chiuso con le aziende che ci hanno mangiato, creando il lavoro precario. Mentre i nuovi non sono garantiti, i vecchi lo sono troppo. Nulla è stato fatto e qualsiasi tipo di riforma, come quella sulla modifica dell'Art.18, è stata affossata. Così la riforma Biagi rimane una buona riforma, ma purtroppo non è stata seguita da altre riforme che modellassero l'intero sistema. Per questo, e con l'aggiunta di un periodo di crisi, il posto fisso rimane l'unico vero obiettivo, non so se sia giusto che sia così, anche se la realtà lo impone, perchè sono convinto che il mondo sia così diverso che c'è bisogno di qualcosa di nuovo, sicuramente proiettato al futuro che ha bisogno di scelte anche coraggiose, che si basi sulle professionalità, che sappia guardare alle reti, che sia meritocratico. Ma la so, la realtà è molto diversa.
martedì 13 ottobre 2009
...dal tabaccaio
Ormai io e il mio tabaccaio siamo amici, sarà la vicinanza da casa, ma credo che entro nel suo locale almeno due volte al giorno, un pò per le sigarette, un pò per il richiamo del gioco, ma scherzi...i tabaccai sono ormai come i barbieri di un tempo, conoscono tutti e conoscono i vizi di tutti, sono socialemente rilevanti. Io ho sempre cercato di limitarmi nei giochi, ma devo dire che ogni tanto i pericoli della dipendenza sono in agguato. Il nuovo gioco ormai spopola, "win for life" che è uno spettacolo sentirlo dire dai giocatori locali: wimfola, wifola, fino al bellissimo "will", molto meglio conosciuto come quello dell'estrazione ogni ora per 7 giorni la settimana, affascinante, ti regalano lo stipendio fisso, o la rendita fissa e chissà se la soddisfazione di vedere il bonifico ogni mese, da anche la sensazione della soddisfazione frutto del merito. E' una questione di culo, ma che viene venduta enfatizzando sogni, che per molti sono solo dei bisogni, lo sappiamo, solo che un tempo era solo la Lotteria Italia, il Lotto, poi man mano si sono aggiunti il totip e il totocalcio, ora tra snai, superenalotto, gratta e vinci, ed il nuovo arrivato ci vogliono gli specialisti e magari i consulenti sulla diversificazione del rischio. Così, sembra facile vincere e ti rendi conto di quanto pervada la tua vita, quando tornando a casa la sera, voltando l'ultima curva, spesso viene in mente l'immagine del mio amico tabaccaio fuori con una bottiglia mentre appende la scritta "vinti qui.....", ed io, che piango ai suoi piedi.....o forse, che mi fumo la sigaretta in un angolo con la freddezza di tenere la bocca chiusa, ma pensandoci bene e facendo due calcoli rapidi, puntualmente sembro Peperoga. Buona fortuna
venerdì 9 ottobre 2009
...sulla parola.
Un premio Nobel della pace assegnato sulla fiducia è un grande peso e una grande responsabilità per il Presidente americano, che sul fronte della pace ha molto, moltissimo da fare. Per il momento sono bastate le parole, che già sono alla base del successo Obama, ma dalle parole bisognerà passare ai fatti, bisognerà vedere se ci si colloca tra i grandi che hanno cambiato la storia oppure tra i Grandi incompiuti. Abbiamo detto che per il momento basta la parola, talmente potente e piena di luce nuova, da avere l'effetto della stella cometa da seguire, ma i protagonisti del mondo, delle parole non se ne fanno niente, perchè le loro, di parole, sono quelle dell'odio, della dittatura, dell'irrazionale che nasce dal male. Con questi signori ci sarà da parlare di pace, vedremo che parole serviranno e se basteranno. Intanto il Nobel sulla parola, forse non è opportuno, ma se Barack è veramente un Grande uomo, sicuramente dimostrerà di esserselo guadagnato, e questo peso se lo porterà.
sabato 3 ottobre 2009
...un sabato come quelli di una volta
Un sabato come quelli di una volta, spinto dai buoni principi e da quelle idee che se anche la storia ha dimostrato essere cosa diversa, oggi rivivono quell'emozione di gridare alla mancanza di libertà, ai bavagli, al sentirsi i giusti in questo mondo cattivo.
Ma se in Italia può parlare Santoro, può disegnare un criminale come Vauro,
se si può fare i soldi uno come Travaglio (che senza Berlusconi non esisterebbe),
se giustamente esistono trasmissioni come "Che tempo che fa", "Ballarò", "L'Infedele", "Report", "Parla con me", ecc.. ecc... manca la libertà di stampa?...se un parlamentare si può permettere di accusare alla Cameradi mafia i suoi colleghi in base ad una teoria,
se i brigatisti fanno convegni, manca la libertà?.
In 15 anni si è sentito sempre dire che Berlusconi al Governo controlla 5 tv su 6,
allora non le avrà sapute usare se tutte le elezioni perse sono
avvenute con Forza Italia al Governo?.
In tutto questo non è che manchi un problema, per carità,
ma è un problema più radicato che esiste ancor prima del '94
e che riguarda un pò tutti i paesi, un problema fisiologico delle società
quelle del potere contro la libertà di pensiero e di stampa,ma che pone dei problemi diversi.
Sono convinto che l'informazione in Italia non sia limpida, ma questo è sentito anche e sopratutto a livello locale,come parlare di un problema o meno,
trovare chi ti pubblica dipende da dove sei schierato o dalla tue conoscenze,
un pò come tutti i settori, ed è un problema trasversale.
Ma a livello nazionale, credo che gli spazi non mancano e allora l'altro aspetto
è di che cosa si parla, se i protagonisti vogliono parlare di puttane, teoremi,
festini e non di economia, riforme, ambiente, allora la riflessione dev'essere un'altra.
Utilizzare la parola "libertà" in questa maniera opportunistica come quella di oggi alla manifestzione, per coprire ancora una volta un terreno di confronto che manca e che rappresenta il vero problema politico, è un falso.
Ma visto che tale parola è usata in maniera cosi larga,
io mi chiedo che "libertà" c'è in una categoria (quella dei giornalisti)
dove esiste un solo sindacato? quindi presumo che se qualcuno
non condivide la linea sindacale, non è tutelato o comunque ascoltato?....
ma oggi è un sabato come quelli di una volta, dove gli arstiti, gli intellettuali, i comici, i cantanti, gli scrittori, e compagni si svegliano presto,per riprendere le proprie sciarpe e i propri borselli e andranno a raccontare le loro favole in piazza, sapendo di non essere loro stessi un esempio di libertà. Buona giornata.
giovedì 1 ottobre 2009
1000 cervelli legati
Poi parlano male di questa coraggiosa Regione, senza guardare quello che fa, come il tirocinio formativo per 1000 laureati e diplomati presso le pubbliche amministrazioni lucane. Siamo nel 2009 e la nostra Regione ancora utilizza questi strumenti che nel corso degl'anni si sono rivelati inutili, che sono uno spreco di soldi che potrebbero essere utilizzati in maniera più fruttuosa, che è palesemente un contentino e che a ridosso delle elezioni regionali, assumono anche la triste funzione clientelare. 1000 tirocinanti per 12 mesi nelle efficentissime amministrazioni lucane (con gli standard qualitativi tra i più bassi), sono 1000 persone che non possono avere un aspettativa dopo il periodo del tirocinio, oppure si vuol far credere che verranno assorbite dalle p.a. e quindi trasformare queste 1000 persone in nuovi precari. La giustificazione politica che sta alla base di questa scelta è il tentativo di arginare la "fuga di cervelli", preferendo il "parcheggio dei cervelli" e nella maggior parte dei casi l"atrofizzazione dei cervelli". Forse sarebbe meglio comunque andare via piuttosto che diventare un'anno più vecchi senza nulla da poter spendere nel curriculum. E' desolante l'entusiasmo che accoglie questi progetti, che saranno l'ennesimo misero ricatto ignorante, che peggiora la tua situazione ma ti obbliga in cabina elettorale, continuando ad alimentare un sistema che ha un interesse a mantenere lo status quo che contrasta in maniera sempre più energica, lo sviluppo e i veri interessi della gente. Passa il tempo e continuando a guardare i volti di queste strade, a volte sembra di essere in un altra dimensione che alla fine è solo arretratezza, ne cerchi le ambizioni, cerchi le idee, cerchi l'unità di un popolo, cerchi l'orgoglio...Ma siamo solo dei poveracci. Buona giornata
lunedì 28 settembre 2009
.....scrivete, scrivete
Ma ci pensate quante volte ci troviamo a parlare di quante cose non vanno, di quanti problemi esistono nella nostra regione e nel nostro territorio?
Io credo che chiunque almeno una volta al giorno si scontri con alcune difficoltà che oramai noi diamo per fisiologiche come trovare le giuste informazioni, o la totale mancanza per il rispetto del lavoro altrui o la quasi totale mancanza di ambizione della forza lavoro. Ho già detto altre volte che noi non siamo una grande popolo per numerosi aspetti, primo fra tutti il fatto che non siamo buoni, non siamo altruisti, non sappiamo lavorare o costruire insieme niente, dal torneo di calcio ai progetti più importanti. Ma quello che ogni tanto penso...ma è possibile che non si riesca a trovare una voce comune di indecenza, una comune presa di coscienza delle problematiche, ecco, credo che forse uno strumento lo potrebbero dare le tante capacità che hanno la possibilità di porre un problema, di concentrare l'attenzione, di fare inchieste....ce ne sarebbero da fare, dall'acqua, all'amianto, ai tumori, all'inquinamento, ai corsi di formazione, ai fallimenti, agli abusi..... che sia un'invito per una necessità, tiriamo fuori un pò le palle tutti quanti e forse potremmo imparare ad unirci anche noi al posto di sentirci spesso degli stranieri ogni volta che si apre un giornale nella pagina locale al mattino, e credere che i problemi sono altri.
venerdì 25 settembre 2009
...liberi liberi
Abbiamo capito che ormai in Italia, qualsiasi cosa che rigurdi la tv riguarda la sacrosanta "libertà d'informazione", così continuiamo a sentire la Tv che parla della Tv e il mondo fuori brucia. La solita storia da anni, i soliti proclami dei martiri in tv, se poi si riflettesse bene ci si accorgerebbe anche di essere patetici. E' vero, l'influenza politica sulla stampa c'è, c'è sempre stata e c'è ovunque, ma parlare di mancanza di libertà è una cosa diversa. Sono discorsi che si sentono da sempre, quello che mi chiedo è come mai qualche domenica fa Obama è stato in 5 tramissioni per difendere la sua riforma sanitaria e il gradimento gli ha dato ragione mentre nessuno negli States grida all'omicidio della libertà ? Tra l'altro Obama non concede interviste alla Fox, anche qui scelta giustificata. C'è qualcuno che non si confronta con l'utilizzo dei mezzi e che sfruttando l'argomento libertà, cerca di sfruttare la sua comunicazione fatta di continue finte minacce, continuando a denunciare un porco mentre gli altri sono agnellini. La mancanza di libertà di stampa si respira in ogni paese occidentale, come da sempre, solo che oggi, grazie proprio alla libertà e alla circolazione delle informazioni, possiamo discuterne. Ma gridare alla dittaura non è una dialettica. Infine, siccome siamo noi il Paese dello scandalo, per i ben pensanti risulterà sicuramente altrettanto scandaloso il fatto che le nomine del direttore del Tg3 e di Rai3, aspettano le primarie del Pd, chiaramente in base ai risultati troveranno i loro assetti. Ma guarda che scoperta....
giovedì 24 settembre 2009
teatro di vetro
Lo sfondo è sempre quello, il marmo verde, ormai icona della storia internazionale. Davanti a quello sfondo hanno parlato tutti i protagonisti degl'ultimi sessant'anni, Fidel Castro, Kennedy, il Che, i Papi, insomma davanti all'Assemblea Generale si è fatta la storia. Sono anni difficili per l'Organizzazione questi, costretta a rincorrere quella credibilità perduta, visto che troppe volte non è stata rispettata, visto che esistono sempre più persone che si chiedono l'utilità dell'ONU, perchè non da nemmeno quel senso di sicurezza che dovrebbe dare.
In questi sessant'anni si sono viste tante cose in quell'aula, come la pistola nella fondina di Arafat, o le quattro ore di discorso di Fidel, tutti accadimenti storici ed importanti proprio per la solennità di parlare davanti al Mondo riunito, e quindi la consapevolezza dell'ufficialità della situazione. Ma guardiamo i dittatori di oggi, quelli che utilizzano quel palco come se fosse quello di un teatro, si sentono autorizzati a sparare le cazzate più grandi, permettendosi di dire che l'ONU è un'organizzazione terroristica, utilizzandola solo a fini propagandistici. Ma aldilà di questo aspetto, invece le cose importanti non mancano come il discorso di Obama che merita di entrare nella storia proprio come quelli di altri suoi predecessori, con anche quel modo di comunicare che trasmettono speranza e "change". Lui rappresenta l'espressione migliore di questo occidente, quello più responsabile, quello del futuro.
martedì 22 settembre 2009
piccole grandi storie
E mentre l'Italia si è ritrovata nuovamente stretta nel dolore nazionale, la vita di questo paese va avanti nei suoi dibattiti, nei suoi pettegolezzi tralasciando a volte delle storie che invece dovrebbere far ritrovrare nuovamente il popolo unito e fermo a riflettere.
A Crotone oggi ci saranno i funerali di Domenico, 10 anni, morto dopo 3 mesi di coma dopo essere stato colpito da un proiettile mentre giocava a calcetto.
Storie come queste ce ne sono state altre, ma lo sconcerto non dovrebbe essere un'abitudine, non dovrebbe essere un dato di fatto. E' la Calabria ed è l'Italia, troppo spesso distratta quando è presa a schiaffi nella sua civiltà.
Ma se morire a 10 anni dentro un campo di calcetto diventa una semplice nota di cronaca, qualcosa alla base non va.
O siamo diventati così distratti o siamo diventati così rassegnati. Questa storia meriterebbe un pò più di spazio, perchè non è un'alluvione, non è una strada che cede o anche solo una storia triste di tragedie familiari sempre più frequenti.
Questa storia meriterebbe una ribellione civile da parte dei calabresi e se loro non la fanno, il resto d'Italia invece dovrebbe.
Ma oggi, forse, morire così rientra solo nei casi che non hanno senso, di quelli irrazionali, come se non fosse colpa di nessuno. E noi, con a volte la nostra ipocrita compassione, ci rifletteremo per pochi secondi, per poi tornare ai nostri talk show. Buona giornata
A Crotone oggi ci saranno i funerali di Domenico, 10 anni, morto dopo 3 mesi di coma dopo essere stato colpito da un proiettile mentre giocava a calcetto.
Storie come queste ce ne sono state altre, ma lo sconcerto non dovrebbe essere un'abitudine, non dovrebbe essere un dato di fatto. E' la Calabria ed è l'Italia, troppo spesso distratta quando è presa a schiaffi nella sua civiltà.
Ma se morire a 10 anni dentro un campo di calcetto diventa una semplice nota di cronaca, qualcosa alla base non va.
O siamo diventati così distratti o siamo diventati così rassegnati. Questa storia meriterebbe un pò più di spazio, perchè non è un'alluvione, non è una strada che cede o anche solo una storia triste di tragedie familiari sempre più frequenti.
Questa storia meriterebbe una ribellione civile da parte dei calabresi e se loro non la fanno, il resto d'Italia invece dovrebbe.
Ma oggi, forse, morire così rientra solo nei casi che non hanno senso, di quelli irrazionali, come se non fosse colpa di nessuno. E noi, con a volte la nostra ipocrita compassione, ci rifletteremo per pochi secondi, per poi tornare ai nostri talk show. Buona giornata
lunedì 21 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
Fratelli d'Italia
Giornate che conosciamo già, commozione già provata, ancora una volta davanti all'infamia, perchè di quella si tratta, perchè non bisogna mai dimenticarsi che i cattivi sono loro, non chi aiuta la popolazione locale a rialzarsi, i cattivi sono quelli che non guardano a niente, i cattivi sono quelli che decidono di uccidersi per uccidere il più possibile.
E' fuori da ogni dubbio che in Afghanistan, ancora dopo tanto tempo, i risultati sperati dalla Nato non sono arrivati, il territorio è ancora in mano ai talebani che hanno avuto tempo anche per riorganizzarsi in alcun aree, e poi, se ne parlava giusto qualche giorno fa, Bin Lan in teoria è ancora lì, otto anni dopo l'inizio della caccia. Non ci si può arrendere proprio perchè noi siamo i buoni, proprio perchè questa missione ha un senso, proprio perchè il lavoro di questi ragazzi ha un valore immenso, anche se l'obiettivo è difficile. Un fuoristrada con 150 kg di esplosivo su dei nostri Fratelli d'Italia, ragazzi tanto simili a noi nei sogni di una casa, nell'amore di una famiglia, ma che fanno un lavoro nobilissimo e che ora più che mai merita rispetto. Onore
mercoledì 16 settembre 2009
...e allora sei tu.
Qualche post fa, dissi che oggi l'informazione è più ampia e più presente nelle nostre vite, ma dopo l'ultima polemica riguardante "porta a porta" di ieri, c'è da fare anche un altro discorso e cioè che comunque la tv pubblica rappresenta ancora il mezzo di comunicazione più diffuso e spesso l'unico per la gran parte della popolazione che non può avere accesso alle nuove tecnologie o comunque ai nuovi mezzi. Per questo la puntata di ieri in prima serata, cogliendo l'occasione della consegna delle case in Abruzzo, ma con Berlusconi che parla a tutto campo, attacca e per di più si è fatto anche slittare Ballarò e Matrix, suscita fastidio e fa compiere l'ennesimo passo indietro a questa fase politica. Il risultati dell'audience non premiamo questa scelta e dimostrano quanto la gente continui a stare lontano da questo scarabocchio di politica, preferendo Gabriel Garko al fascino del Premier. Questo spettacolo stufa e non riesce a trasmettere una motivazione valida per prendere posizione, per fare una scelta, per sentirsi identificato. Continuare a dare adito alle polemiche dell'opposizione, sta veramente scocciando e non possono far altro che amplificare le loro (anche se tristi) polemiche sulla libertà di stampa, anche perchè il problema non è la libertà, ma la scelta della discussione, quindi se Berlusconi sceglie di prendersi una prima serata, senza concorrenti su altri canali, e con la scusa del terremoto si mette a parlare di stampa cattiva, rapporti con Fini, ecc.. ecc...allora questo non sta bene neanche a me, o almeno non lo reputo opportuno. Che facciamo quindi? non è necessario un dibattito serio anche all'interno del Pdl?....io mio sto rompendo, e non credo di essere il solo.
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